Rapporto di corto circuito
Introduzione
Si esamina il legame esistente fra il rapporto di corto circuito Qcc ed i
fenomeni fisici, cioè quelle particolari condizioni più o meno gravose imposte
dalle reti di trasmissione ed interconnessione (regolazione, autoeccitazione,
stabilità, correnti di c.c.).
Dallo studio emerge che tali processi elettrici influenzano il Qcc, il quale
vista tale dipendenza assume una notevole importanza sul dimensionamento e
sull'utilizzazione di macchina. Si conclude indicando il campo dei valori più
opportuno da assegnare al rapporto di corto circuito tenuto debito conto delle
varie esigenze da soddisfare sia in campo elettrico che economico.
Definizione
Si definisce rapporto di corto circuito Qcc il rapporto fra la forza
magnetomotrice primaria F0 (En) per produrre a vuoto la tensione nominale di
fase En (o la tensione concatenata Vn) e la forza magnetomotrice Fcc (In) per
ottenere in corto circuito la corrente nominale In:
Qcc = ?0 (En) / ? cc (In)
In condizioni di corto circuito la macchina è lontana dalla saturazione, quindi
la tensione a vuoto e la corrente di c.c. variano linearmente con la corrente di
eccitazione; introducendo la reattanza sincrona in valore relativo Xos, visto
che la reattanza di corto circuito (reattanza sincrona) è:
Xs = Eo /Icc (ien)
dove "ien" è la corrente di eccitazione che a vuoto da luogo alla tensione
nominale.
risulterà che Xos è pari a:
Xos = Xs * In/En
Xs è la reattanza sincrona
Vale la seguente relazione:
Qcc = Icc (in)/ In = 1/Xos
dove "ien" è la corrente di eccitazione che a vuoto da luogo alla tensione
nominale.
Vale anche:
Xos = 1/Qcc
quindi:
Qcc = En / (Xs * In)
e
In/Icc(n) = Xs * In/En
Quindi il rapporto di corto circuito è l'inverso della reattanza sincrona in
valore relativo e si può definire come il parametro interno di macchina che con
il suo valore definisce la caratteristiche ed il dimensionamento di macchina.
Nel progetto di macchina, il rapporto di corto circuito viene fissato in
partenza e una volta ottenuta la f.m.m. sotto carico e la caratteristica a vuoto
se ne esegue la verifica.
L'autoeccitazione
L'autoeccitazione è un fenomeno che si manifesta nella messa in tensione a vuoto
di lunghe linee di trasmissione ad A.T. o A.A.T.; in questo caso il generatore
eroga corrente in quadratura in anticipo (o circa), in quanto la linea si
presenta come un carico capacitivo.
Premesso che siamo in regime sinusoidale permanente, Introdotte le seguenti
reattanze:
X = reattanza sincrona di dispersione d'armatura
Xdr = reattanza sincrona di reazione d'armatura (secondo l'asse diretto)
Xqr = reattanza sincrona di reazione d'armatura (secondo l'asse in quadratura)
Xd = reattanza sincrona secondo l'asse diretto
Xq = reattanza sincrona secondo l'asse in quadratura
e le relazioni che legano le reattanze:
Xd = X + Xdr
Xq = X + Xqr
possiamo scrivere le equazioni della macchina sincrona a ritore liscio in regime
permanente (i vettori di qui in poi sono indicati in grassetto):
Ea = Ev - Ra * Ia - j Xs Ia = Ev - (Zs * Ia)
Ev = Ea + Ra * Ia + j Xs Ia = Ea + (Zs * Ia)
dove Id + Iq = Ia
e Zs = Ra + J Xs (impedenza sincrona)
e Ea è la tensione ai morsetti
per la macchina a rotore liscio si può assumeere Xd = Xq = Xs (macchina
isotropa) in quanto si suppone Xdr = Xqr = Xr dove Xr è la reattanza sincrona di
reazione; ( in realtà c'è sempre una anisotropia, logicamente meno pronunciata
che nei generatori a poli salienti per cui risulta Xd > Xq.
Introducendo la tensione all'interferro Ei (la tensione all'interferro è quella
f.e.m.i. che si individua a monte della impedenza d'armatura) si ha:
Ev = Ei + j Xr * Ia
Ei = Ev - j Xr * Ia = Ea + (Ra + jXa) * Ia
La Ei è legata alla corrente I dalla curva del grafico:
essendo trascurabili gli effetti resistivi, la linea di trasmissione si presenta
come un carico capacitivo e la formula più significativa è:
Ei = ((1/? * C) - X) * I)
dove ? = 2 * 3,14 * f = 2 * 3,14 * 50 e C è la capacità di linea; la retta del
grafico rappresenta l'equazione.
Ora tanto più lunga è la linea, a parità di altri parametri, tanto più la
macchina può auto eccitarsi assorbendo dalla linea la corrente magnetizzante, in
questo caso il funzionamento si stabilizza su una tensione maggiore della
nominale con effetti deleteri sull'isolamento.
Si desume che la retta non deve intersecare la curva e per far ciò la reattanza
sincrona di dispersione (angolo theta grande) deve avere un valore ridotto come
la reattanza sincrona d'armatura (curva inclinata verso il basso); la reattanza
sincrona in valore relativo è:
Xos = Xo + Xor
avendo posto che Xor = Xdr = Xqr, quindi per evitare l'autoeccitazione dovrà
risultare Xos piccola (un rapporto di corto circuito più elevato).
Stabilità
Nel caso di macchina collegata ad un sistema di potenza infinita (caso teorico)
per la quale la potenza attiva monofase passi con perturbazione lenta o veloce
(per piccole variazioni) da un valore Po a un valore Pl, la coppia
sincronizzante * tendente a riportare la macchina alla nuova posizione di
equilibrio e la coppia sincronizzante Cs è data dalla seguente formula:
Cs = (c/?o) * (dP/d?) * ??
nella formula di cui sopra per perturbazioni lente P è data dalla formula
seguente:
P = ((Ev * Ea) /Xd) * sin ? + (((Xd - Xq)/(2 * Xd * Xq)) * (Ea * Ea)) * sin (2
?)
nella formula di cui sopra per perturbazioni veloci P è data dalla formula
seguente:
P' = ((E't * Ea) /X'd) * sin ? + (((X'd - X'q)/(2 * X'd * X'q)) * (Ea * Ea)) *
sin (2 ?)
le varie grandezze che compaiono nelle formule di cui sopra sono:
c coppie di poli c = p/2 dove p sono i poli
delta ? variazione dell'angolo compreso fra Ev e Ea - fra E't e Ea
rispettivamente
Ev tensione a vuoto
E't tensione transitoria
Ea tensione ai morsetti
X'd rettanza sincrona transitoria diretta
X'q rettanza sincrona transitoria in quadratura
P potenza attiva nelle perturbazioni lente
P potenza attiva nelle perturbazioni veloci
Cs coppia sincronizzante
* La coppia sincronizzante Cs tende a riportare la macchina alla nuova posizione
di equilibrio se (dP/d?) > 0, invece se risulta (dP/d?) < 0 "??" aumenta e la
macchina perde il passo; il valore limite ?1 per cui Cs > 0: 1) è leggermente
minore di 3,14 / 2 per la stabilità statica - 2) - leggermente maggiore di 3,14
/ 2 per la stabilità transitoria (X'q > X'd), per cui la macchina è più stabile
in condizioni transitorie. Nello studio del comportamento dinamico della
macchina sincrona si studiano due fasi: la subtransitoria che è immediatamente
successiva alla perturbazione e la transitoria che interviene allorquando si è
esaurito l'effetto degli avvolgimenti smorzatori.
Le due formule della potenza di cui sopra possono rappresentarsi con i grafici
seguenti:
grafico della caratteristica statica
grafico della caratteristica dinamica
Tanto minore è la reattanza sincrona tanto meglio è assicurata la stabilità di
potenza tramite una coppia sincronizzante maggiore, un periodo di oscillazione
minore e maggior potenza limite per la stabilità.
Per le grandi perturbazioni si può far funzionare la macchina ad una potenza
maggiore dato il nuovo andamento della caratteristica P ( ?).